questo blog nato per parlare di
uncinetto, inevitabilmente parla di tanto altro e altrettanto inevitabilmente,
sfidando la mia quasi patologica ritrosia a dire di me, qui vi racconto di ciò
che amo, dei miei gusti e perché no, anche delle mie antipatie.
A tal
proposito, avete presente quando "a pelle", ancor prima che
razionalmente, una tal persona, un oggetto, un'idea, proprio non vanno giù?
Ecco, è proprio questo il caso della cosiddetta festa delle donne, oramai
vicinissima. Questa ricorrenza mi fa venire l'orticaria, proprio non la
sopporto, la trovo una farisaica pagliacciata di pessimo gusto. Quanno ce vò ce
vò!
Io sono
per noi donne al 110% - e ci mancherebbe! -, e proprio per questo non credo che
siamo una specie protetta in via d’estinzione, da difendere, da incensare per un solo giorno all'anno, con una falsa,
tremendamente fastidiosa retorica che
sgocciola come un’insulsa ed appiccicosa melassa. E vogliamo parlare delle cene
che l'otto di marzo si organizzano per le donne, esclusivamente per loro, con
menù ad hoc, infarcendo il tutto con qualche squallido spettacolino hot
"women only" ?
Per carità
di patria sorvoliamo o come dicevano i nostri padri stendiamo un velo
pietosissimo su tutto ciò. Per grazia di Dio io ho un’idea ben precisa di ciò
che è la donna, o almeno di ciò che dovrebbe essere, ovvero ben altra cosa
rispetto a ciò che queste carnevalate vorrebbero dare ad intendere, quindi
l'otto marzo nada de nada, grazie tanto ma
passo oltre e guai a farmi gli auguri, si rischia di ricevere in cambio
non un compiaciuto sorriso di cortesia ma una delle mie famose pungenti e
sferzanti rispostacce.
C’è poi un aspetto che proprio mi fa quasi urlare di
sdegno ed è l’utilizzo indiscriminato di fiori di mimosa: vi siete mai
soffermati a guardare un albero di mimosa in fiore?
E’ uno spettacolo che mette
gioia, che dà una sensazione di freschezza, con il cuore che esulta per la
primavera in arrivo… Ed invece tali meraviglie vengono denudate di prepotenza e
se ne fanno tanti rametti, spesso orribilmente spelacchiati perché tenuti in
freezer, infiocchettati, striminziti, senza odore e per giunta carissimi,
insomma uno strazio.
E allora se proprio dovete e volete ad ogni costo
festeggiare l’otto marzo, ebbene, almeno non fatevi regalare la mimosa ed in
alternativa fatela voi, magari all’uncinetto: io ne ho fatto una spilla.
Oppure indossate qualcosa di giallo come la stola che ho realizzato in un batter d’occhio (è davvero facile da fare) a maglia rovescio con i ferri grossi: calda, leggera e che vi vestirà sicuramente di festa.
Per concludere care amiche mie,
ritengo proprio si sia capito, per me la festa della donna è 365 giorni
all'anno, un giorno in più nei bisestili. E su questo credo che ognuna di noi,
pro o contro l'otto marzo che sia, possa trovarsi assolutamente d'accordo.
Un caro abbraccio creative a tutte,
Alla prossima, Melissa
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